17.4.17

ECOMAFIE DI STATO A FOGGIA E PROVINCIA

Rifiuti dell'Ilva persi da un camion in un incidente sulla statale 16 tra San Severo e Foggia - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)



di Gianni Lannes

Nessuno ha toccato questa terra meravigliosa se non come un nemico o un saccheggiatore. Ecco la mitica Daunia, una colonia del Sud sfruttata a più non posso, priva di autonomia, indipendenza e degna rappresentanza politica. Microcosmo benedetto dalla natura e massacrato dall'uomo, specie dai politicanti parassiti dediti allo sperpero delle risorse naturali e dei fondi pubblici. Senza contare le organizzazioni mafiose che, grazie alle opportune disattenzioni dell'autorità, hanno occultato impunemente rifiuti d'ogni pericolosità nelle viscere della terra e di alcuni fiumi. Esempio emblematico: il Cervaro sulle sponde di Castelluccio dei Sauri, dove i Bonassisa (graziati con la prescrizione dei gravissimi ecoreati dalla corte d'Appello di Bari) hanno scaricato impunemente colline di spazzatura industriale importata da lontano.

 Le conseguenze sanitarie sull’ignara popolazione sono a dir poco critiche. Gli ultimi ed unici dati epidemiologici della Puglia, risalenti però al 2006 e resi pubblici, segnalano un record regionale di tumore al pancreas nella sola provincia di Foggia, per non dire di tutte le altre patologie con esiti mortali.

 
Foggia: i rifiuti del Poligrafico dello Stato prima di essere occultati nella terra - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)


Il palese esempio di illegalità conclamata viene proprio dallo Stato tricolore: a Foggia c'è una fabbrica chimica di guerra abbandonata che produceva l’iprite cancerogena. Non è mai stata bonificata. Sempre nel capoluogo provinciale c'è pure un inceneritore dismesso dell'Amica, ma soprattutto la cartiera dello Stato che ha occultato i suoi scarti più pericolosi, compreso l’amianto nelle terre coltivate e nelle falde acquifere. Attualmente nella sola Daunia, sono attivi ben 128 pozzi per l’estrazione di gas naturale, sfruttati da multinazionali straniere. Paradossalmente, gli autoctoni pagano la bolletta del gas alla francese Edf. A Candela (Edison) e San Severo (En Plus, già Mirant) sono attive due centrali turbogas, mentre a Manfredonia funziona il gigantesco inceneritore di rifiuti del clan Marcegaglia. Impianti simili sono presenti a Rignano Garganico, Cerignola e Sant’Agata di Puglia (Agritre srl di Tozzi Francesco da Ravenna).



 
Al secondo posto si classifica l’Eni: il petrolchimico dismesso e tutte le aree inquinate, inclusi 8,5 chilometri di mare non mai stati bonificati nonostante l’ingente fiume di denaro pubblico elargito alla Syndial. Sempre il cane a sei zampe dopo aver rapinato per decenni il metano dal sottosuolo della Daunia - sempre con il beneplacito di tutte le autorità di ogni ordine e grado - ha inquinato le falde idriche nel cuore del Tavoliere, in particolare ad Ascoli Satriano. Quanto alla Montedison basta segnalare l’inquinamento chimico  a Margherita di Savoia, causato dalla Saibi.

Lucera (Alghisa) - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)


Le aree industriali ovvero autentiche cattedrali nel deserto come Foggia e Biccari non sono mai state sanate, al pari delle zone contaminate dalle attività ecomafiose di alcuni prenditori di fama. L’area di Giardinetto in agro di Troia, tra Foggia, Castelluccio dei Sauri e Faeto, nonostante due processi in ambito penale, non è stata ancora risanata, come l’Alghisa ad un soffio da Lucera: in entrambe queste sono stati accumulati ed nascosti illegalmente ingenti quantitativi di rifiuti pericolosi. Altre scorie industriali di provenienza anche straniera (Germania, Francia, Belgio, eccetera) sono state disseminate nei seguenti territori adibiti all’agricoltura, grazie anche alla disattenzione delle forze dell'ordine e della procura della Republica di Foggia: Apricena, Lesina, Poggio Imperiale, San Nicandro Garganico, San Severo, San Paolo Civitate, Lucera, Deliceto, San Marco in Lamis, San Giovanni Rotondo, Ordona, Orta Nova, Stornara, Stornarella, Cerignola, San Ferdinando, Trinitapoli, Zapponeta.

Giardinetto (fornace Fantini) - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)

Non è tutto. Poi ci sono anche gli attentati ambientali e sanitari da realizzarsi a breve termine, autorizzati sempre dalla Regione e dalla Provincia di Foggia, istituzioni pubbliche dove operano impunemente funzionari da associazione a delinquere: per esempio l’Ecofuel Apulia Fuel srl, progetto bocciato a Modugno in provincia di Bari, ma riproposto ugualmente ad Ascoli Satriano. Vero Emiliano? 

Lesina: Eden V - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)


Per non dire delle navi dei veleni affondate in prossimità della costa e delle bombe chimiche e radioattive alleate, inabissate dagli alleati nel Golfo di Manfredonia. Ma questa è un'altra brutta storia, addiritura più tragica di quelle appena descritte in sintesi.







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